Last modified: 
Sat, 03/14/2020 - 22:24

Alta espressione d’arte, la danza è prima di tutto esternazione di emozioni, filosofia del corpo, comunicazione della mente. La danza è nostra compagna di vita, momento di socializzazione e solitudine, reale energia, passione incontenibile. La danza siamo tutti noi che, in modi diversi, disegniamo il movimento, trainati dalla musica: da grandi o da piccini ci abbandoniamo all’improvvisazione oppure eseguiamo una coreografia, immergendoci nel gioco o nella realtà, interpretando un movimento così uguale o tanto diverso. Ma sempre attraverso un unico e speciale linguaggio, quello danzante!

La danza e i più piccoli

La danza è una delle rare attività umane in cui l'uomo si trova totalmente impegnato: corpo, cuore e spirito. Per il bambino danzare è importante quanto parlare, contare o imparare la geografia. È essenziale per il bambino, nato danzante, non dissipare questo linguaggio sotto l'influsso di un'educazione repressiva e frustante" (Maurice Béjart).

Cos’è il ballo per i più piccoli? Prima di tutto è momento ludico, occasione per stare assieme e nutrirsi di socializzazione. Si tratta, però, come tutti i giochi ma ancor di più, di un gioco fatto di regole: e così la danza diventa insegnamento alla disciplina ed educazione al rispetto degli altri. Il bambino impara ad ascoltare  i propri maestri e soprattutto la musica, scandendone il ritmo e rinforzando equilibrio e memoria, migliorando la coordinazione. Non dimentichiamoci, però,  che la danza è, anche per i piccoli protagonisti, pur sempre espressione, più o meno giocosa, di emozioni nel loro divenire, in un contesto –elemento imprescindibile!- che deve essere sempre fonte di rassicurazione e non di giudizio.

Al di là dei propri limiti, la danceability

Nessuna preclusione alla danza sulla base delle condizioni fisiche e mentali: un esempio ne è la danceability, disciplina creata negli Stati Uniti sulla base dei principi della Contact Improvisation, da parte di Alito Alessi, coreografo e direttore della Joint Forces Dance Company. Secondo Alessi “Attraverso la danza siamo in grado di costruire modelli che riflettono onestamente la società, in cui tutte le persone possono essere coinvolte. Le questioni di fisicità, di diverse capacità mentali, di modi unici di pensare e di essere nel mondo non sono realmente il problema. Il vero problema è che le persone si separano e vengono isolate dal mondo. Se sei vivo, puoi ballare. Ballare con persone diverse l’una dall’altra è una gioia ed un privilegio “.

Persone abili e disabili si incontrano in un attimo sonoro comune, lasciandosi trascinare dall’improvvisazione come individui che oltrepassano i propri limiti, sfruttando il rapporto di fiducia reciproca e i sentimenti dettati dalle note. È un’espressione creativa vera e propria, non è terapia e consente alle persone, senza limiti di accessibilità, di accrescere l’autenticità delle relazioni.

Danzando alla terza età

Innumerevoli e riconosciuti sono senza dubbio i benefici fisici della danza per l’anziano: prevenzione delle malattie degenerative nonché miglioramento della circolazione, dei tessuti muscolari e delle articolazioni.
Ma musica e ballo sono anzitutto metodi di socializzazione, di ritrovo e di sorrisi sulle labbra di chi, troppo spesso, si trova solo. Così la danza previene la depressione e spinge a prendersi cura di se stessi, -perché no? Anche esteticamente- , incoraggiando l’autostima. Secondo taluni invecchiare è una forma d’arte ma arte è prima di tutto il movimento danzante che è il risultato, anche qui, di anime ricche vogliose di espressione.

 

Cristina Rovis

Add new comment

CAPTCHA
This question is for testing whether or not you are a human visitor and to prevent automated spam submissions.