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Sab, 07/18/2020 - 20:12

Proviene dalla ginnastica artistica ma ha trovato nella danza contemporanea l’habitat perfetto per la sua creatività. Sperimentazione e contaminazione sono le sue parole d’ordine.
Ambra Cadelli, che ad ArteffettoDanza è alla guida del corso “Contemporary Amateur”, si è formata a Trieste, per poi perfezionarsi a Firenze, in Inghilterra e in Francia. Deve molto del suo metodo di insegnamento al periodo di vita londinese nel quale ha studiato al Laban Centre e ha frequentato classi professionali presso la London Contemporary Dance School e la Greenwich Dance Academy.

Tornata in Italia Ambra ha cominciato ad insegnare danza moderna e contemporanea presso diversi centri del Friuli Venezia Giulia, organizzando anche corsi di danza creativa in inglese per le scuole, partecipando ad alcuni spettacoli a Trieste e oltre confine e continuando la sua formazione con corsi di aggiornamento annuali in Inghilterra e in Austria.

Convinta che la fluidità sia la base dell’arte, Ambra si è nutrita di un background molto composito fatto di poesia - anche grazie alla sua laurea in Lingue e Letterature Straniere – di passione per il cinema e per la sperimentazione musicale ma anche di un’esperienza circense con la compagnia Sinakt. Pensando al futuro Ambra sogna una Trieste più aperta sul piano culturale, pronta a “rischiare” di più e ad accogliere anche forme di danza più innovative e artisti poco conosciuti. E naturalmente non vede l’ora di poter tornare in classe, ripartendo dai suoi allievi.

 

 

  • Che cosa ti ha spinto a diventare insegnante?
    Una propensione naturale per la danza e la coreografia che era dentro di me fin da bambina, ma anche la propensione a condividere. Ho avuto modo di danzare anche a livello professionale, ma il focus del mio interesse è sempre stato la parte coreografica, la mia soddisfazione più grande è proprio quando vedo interpretare sulla scena qualcosa che ho creato.
     
  • Che ricordo hai delle tue prime lezioni da allievo?
    Ricordo che ero entusiasta di fare danza finalmente perchè venivo dalla ginnastica artistica che ad un certo punto mi stava proprio stretta. Ero dotata fisicamente per la ginnastica, mi riusciva, ma non ero molto coraggiosa, e certi esercizi mi facevano paura; inoltre mi mancava l’aspetto creativo. La danza mi ha dato proprio questo: creatività e la possibilità di dare una forma a questa creatività, libertà dei movimenti e disciplina, senza aver paura di farmi male.
     
  • Com’è stata invece la tua prima lezione da maestra?
    Ho fatto una lezione inadeguata e molto difficile per gli allievi che avevo di fronte. Poi con l’esperienza ho imparato a calibrare, a dosare gli esercizi, adattandoli perfettamente al pubblico che ho di fronte, siano essi bambini, adolescenti o adulti. Anche oggi però, quando ho di fronte qualche nuovo allievo o un gruppo diverso di persone, sono sempre molto emozionata.
     
  • Ci racconti qualche aneddoto divertente della tua carriera da danzatrice?
    Nel 2010, ho preso parte con un’amica e collega ad uno spettacolo tenutosi a Trieste sulla storia del sacro nell’umanità dall’uomo primitivo ai giorni nostri, intitolato “L’attrazione del sacro”. Ad un certo punto doveva calarsi giù un vestito appeso ad un filo sottile trasparente, io tiravo delicatamente, il filo si doveva spezzare e il vestito mi doveva cadere addosso... ma il filo ovviamente non si è spezzato. A quel punto ho dovuto usare le maniere forti per staccare l’abito e immagino che per un momento si sia vista l’espressione del mio viso non proprio rilassata... Ricordo però che ero felice comunque della serata e della performance, perchè quell’imprevisto non ha compromesso lo stato d’animo generale positivo.
     
  • A che cosa stai lavorando in questo periodo e come si svolge la tua giornata tipo?
    Varia da settimana in settimana. In generale cerco di allenarmi a casa, ma ho colto l’occasione per mettermi alla prova anche con esperienze un po’ diverse. Ho provato qualche lezione online di Gaga e soprattutto ho iniziato con un’amica un percorso di Qi Gong che mi ha appassionato molto e mi sta aiutando dal punto di vista del movimento, della respirazone e per la meditazione. Di solito mi piace un approccio molto dinamico al movimento, quindi ero scettica, ma devo dire che mi sta aiutando anche a mantenere un po’ di equilibrio e mi piace perchè lavora sull’energia. Inoltre mi dedico molto al giardinaggio e sono fortunata perchè abito vicino al bosco, quindi mi godo la natura. Infine sto continuando lezioni online con gli adulti perchè mi sentivo di farlo, di offrire il mio contributo in un momento di necessità. Ci sono dei limiti però che la mancanza di contatto fisico pone verso chi insegna e pratica danza. Ad esempio ho provato a portare avanti dei progetti coreografici a distanza con delle ragazze e ho notato che all’inizio c’era un forte entusiasmo verso l’iniziativa, ma poi hanno realizzato la fatica che sta dietro l’atto creativo e hanno desistito. Se la creatività non è guidata e seguita anche dal vivo, l’autodisciplina risulta difficile.
     
  • Qual è la cosa che ti manca di più del tuo lavoro in questo periodo di chiusura forzata?
    Mi manca il contatto con gli allievi, poterli aiutare, poterli vedere e poter esprimere anche in piccole cose la mia creatività, mi manca il contatto umano in generale perchè ho un rapporto abbastanza intimo con gli allievi.
     
  • Anche i maestri possono imparare qualcosa daI propri allievi, ti è mai capitato?
    Ti ritrovi in ognuno di loro, trovi delle affinità e delle differenze, ma sono come tuoi specchi e questo ti porta ad una maggiore conoscenza di te stesso.
     
  • Che consiglio daresti a chi vuole tentare di far diventare la disciplina che insegni il suo lavoro?
    Direi di capire se è veramente la loro passione, se sono mossi da qualcosa di profondo, perchè ci sono anche rinunce da affrontare e quindi devi essere fortemente motivato. Inoltre consiglierei di essere delle spugne verso gli altri, apprendere dagli altri, piuttosto che essere competitivi in modo negativo. Io ho fatto gare da bambina e quindi ho percepito molta competitività intorno a me; poi, nei miei studi successivi in Inghilterra, ho avuto moltissimi insegnanti in molte discipline diverse e ho imparato a conoscere un nuovo modo di apprendere ed insegnare. Il metodo di insegnamento anglosassone mette l’insegnante veramente al servizio degli allievi e c’è un aspetto in particolare che mi è stato trasmesso: devi essere molto attenta alla persona quando correggi, non ferire nessuno, sottolineare sempre anche gli aspetti positivi o i traguardi raggiunti delle persone e poi certo ovviamente correggere, ma la critica non deve mai essere fine a se stessa, piuttosto deve spingere a migliorarsi davvero.
     
  • La danza, e più in generale il mondo della cultura e delle associazioni sportive e culturali, sta attraversando un periodo particolarmente complesso. Qual è la tua visione e quali sono le tue speranze per il prossimo futuro?
    Cerco di vivere alla giornata, il presente, perchè non è semplice fare previsioni oggi. Allo stesso tempo però cerco di tenermi pronta a qualsiasi eventualità futura, ad esempio a livello tecnologico mi sono procurata un microfono professionale e sto cercando di capire come avere una migliore connessione. Anche le lezioni online che sto facendo ovviamente sono completamente nuove perchè si devono adattare a spazi ristretti e ad uno stato d’animo che richiede movimenti più intimi. Per quanto siano lezioni molto diverse da quelle che siamo abituati a condurre in aula, sto cercando di vederne l’unicità, il valore e le potenzialità. Vedo tutte le persone che stanno facendo i miei esercizi, cerco di visualizzare come potrebbero risultare in un montaggio video, lavoriamo su una frase e poi loro proseguono con la costruzione di quella stessa frase, con l’ipotesi che un domani ci troviamo una nuova coreografia già pronta.
     
  • Qual è la prima cosa alla quale vorresti dedicarti quando torneremo a scuola?
    Quando si potrà vorrei realizzare esercizi o parti coreografiche a coppie, in cui c’è più contatto fisico. Come prima fase con il corso di contemporaneo invece vorrei proprio ascoltare quello che hanno voglia di fare le persone, magari vogliono musiche diverse, magari hanno bisogno di sfogarsi dopo questo momento particolare, magari vogliono creare loro in prima persona. Vorrei proprio ripartire da loro.
     
  • Qual è il consiglio che ti senti di dare agli allievi di ArteffettoDanza in questa fase di lontananza dalla scuola?
    Innanzitutto per chi non è amante della tecnologia come me, provare a stare più al passo con i tempi, perchè chi non si modernizza purtroppo resta un po’ tagliato fuori. Inoltre consiglio di sperimentare altre cose, nuovi tipi di danza, yoga, qualsiasi altra attività che possa arricchire la tecnica di danza che praticano solitamente.

    Laura Sartori

Commenti

Brava Ambra per tutto quello che sei riuscita a fare sino ad ora e vedrai che questo Stop forzato ti farà tornare dai tuoi allievi con ancora più grinta e più idee coreografiche .

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