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Mar, 04/07/2020 - 11:51

Classe 1987, allieva storica di ArteffettoDanza, ha proseguito la sua formazione alla Scuola di Ballo del Teatro dell’Opera di Roma, per poi calcare i palcoscenici di realtà prestigiose come il Teatro Verdi di Trieste, il Teatro Alla Scala di Milano, il Teatro Massimo di Palermo, l’Arena di Verona e il San Carlo di Napoli. Se c’è una cosa che tutti, allievi grandi e piccini, aspiranti danzatori e simpatizzanti dell’arte coreutica, possiamo imparare da lei è che l’impegno, la costanza, la dedizione, la cura dei dettagli - nella danza, come nella vita - fanno la differenza.

 

  •  Michaela, che cos’è per te la Danza in una parola?

Sogno.

  • Quando ti sei innamorata dell’arte coreutica e in che momento hai capito che sarebbe diventata il tuo lavoro?

Da subito, quando ero adolescente non mancavo mai a lezione. Mia mamma mi ha portato a 4 anni a fare danza perchè stavo in piedi in mezza punta ovunque in casa, poi la mia fortuna è stata incontrare maestri validi. Corrado in particolare mi ha accompagnato in tutto il mio percorso.

  • Ci racconti com’è stata la tua prima volta sul palcoscenico da professionista?

Era il 2008, facevo parte del Corpo di Ballo del Teatro Verdi di Trieste per la messa in scena dell’operetta “Scugnizza”. Era la mia città, il”mio” teatro, molto emozionante.

  • A che cosa stai lavorando in questo periodo e come si svolge la tua giornata tipo?

Prima che scoppiasse l’emergenza Coronavirus stavo lavorando a “Coppelia” di Roland Petit a Palermo, al momento è tutto sospeso ovviamente. Però vi posso raccontare ciò che accade di solito. Arrivo in teatro alle 9.00 e alle 9.30 sono pronta a scaldarmi. Alle 10 abbiamo lezione di classico, dalle 11.30 prove fino alle 17.00 con una pausa pranzo veloce. A fine prove ci si ferma ancora un po’ per fare stretching.

  • A cosa hai dovuto rinunciare per inseguire il tuo sogno?

Sono andata via di casa a 17 anni per andare a studiare a Roma e mi è mancata la mia famiglia. Anche adesso sono lontana dal mio ragazzo. Ovviamente sono attenta a riposare, soprattutto prima di una prova palco sulle punte.

  • Ci racconti qualche aneddoto divertente della tua vita sul palcoscenico?

Nel 2018, facevo parte del secondo cast delle Amiche di Kitri in Don Chisciotte. La prima entrata della Amiche prevede che una ballerina entri da destra, l’altra da sinistra. Ovviamente io guardavo la mia collega prima di entrare così da essere perfettamente sincrone. Bene, mi sono accorta che gli mancavano i manicotti previsti dal costume e ormai era troppo tardi. Dopo un secondo di panico per entrambe, ho tolto i manicotti, così alla fine il pubblico non si è accorto di nulla. Lei mi ha ringraziata tantissimo. Serve molta intesa per ballare, anche dietro le quinte.

  • A che cosa pensi mentre danzi?

Non penso, ballo e basta. Molte colleghe affrontano la performance in modo diverso, io mi sento meglio così. Penso solo a cogliere quel momento al 100%.

  • Che lavoro avresti fatto se non avessi fatto la ballerina?

Ho sempre amato la montagna, forse la maestra di sci.

  • Il tuo lavoro è prettamente artistico, ti senti una privilegiata per questo o hai paura per il futuro?

No, a priori mi sento assolutamente una privilegiata perchè non tutti riescono ad esaudire il proprio sogno. Malgrado l’incertezza per il futuro, che però è generalizzata, sono contenta perchè faccio ciò che amo. È più importante la felicità che il pensiero del futuro.

  • Tra tutti i ruoli che ti sei trovata ad interpretare, qual è quello che più ti rappresenta?

Nel 2016 al Teatro Massimo di Palermo ho avuto l’occasione di interpretare Clara ne Lo Schiaccianoci e per me è stata una tappa molto importante.

  • Che opinione hai dei talent show?

Credo che siano una bella vetrina ma che il pubblico e gli allievi possano travisare ciò che è la danza in Italia. Forse non rappresentano a fondo la vita di un ballerino di teatro.

  • Che consiglio daresti agli aspiranti ballerini di domani?

Direi di avere il coraggio di andare all’estero, di fare tantissime audizioni, di non rinunciare mai al proprio sogno, anche nei momenti in cui tutto sembra andare male.

  • Infine, come purtroppo sai anche tu, l’Italia sta vivendo un momento difficile a causa delle chiusure forzate per l’emergenza da COVID-19. Come si può sfruttare questo periodo in positivo?

Io ogni giorno faccio degli esercizi: addominali, stretching, pesi; cerco di far lavorare il mio corpo e consiglio di fare lo stesso agli aspiranti ballerini e a tutti gli amanti della danza. Il corpo è il nostro strumento di lavoro, non va trascurato nemmeno in emergenza e anzi, vediamo il bicchiere mezzo pieno, abbiamo più tempo da dedicargli.

 

Laura Sartori

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